incesto
Molto meglio della figlia
di Rennym
22.08.2024 |
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"Con il lavoro di Enzo arrivò anche il distacco dalle nostre rispettive famiglie..."
Con mio genero siamo sempre stati in ottimi rapporti, fin dai tempi che venne a casa nostra, per ufficializzare a me e a mio marito il fidanzamento con la nostra unica figlia Susanna.Simone, che dire di lui? Un bel ragazzo, alto, muscoloso, di bell'aspetto, il pacchetto completo, per cui una donna sbaverebbe, tranne la sottoscritta.
Tutte le mie amiche e le amiche di mia figlia avrebbero venduto l'anima al diavolo per averlo anche per un'ora soltanto.
Ma per me era come il figlio maschio che non ho mai avuto. Come tale non sentivo la stessa attrazione fisico-sessuale che provavano le altre donne.
A proposito mi chiamo Armanda, sono alta 1,68 diciamo che sono nella media per quanto riguarda l'altezza, all'epoca oscillavo alternativamente tra la tg 40 e la tg 42, i miei seni non erano piccoli ma nemmeno enormi quindi anche il mio reggiseno oscillava a seconda della marca tra una quarta ed una terza abbondante che era decisamente tra i miei tre punti di forza, i miei occhi da gatta di un verde smeraldo con pagliuzze color ambra dorato erano il mio primo e le mie gambe ben tornite e lunghe sempre fasciate da calze (Non sopportavo i collant, che reputavo poco pratici e antigienici) era l'ultimo. Non ho mai avuto a mio dire un culo spettacolare ma diciamo che anche in quel reparto mi difendevo abbastanza.
Ho avuto Susanna molto ma molto giovane avevo 16 anni quando rimasi incinta, non ho mai capito se fù colpa di un preservativo difettoso o forse se Enzo (Mio marito) avesse preso una taglia sbagliata. Sò solo che rimase nella vagina quando lo estrasse. Ero, anzi eravamo nel panico più totale,provenivamo da due famiglie fortemente cattoliche.
Ci era stato detto più volte che i rapporti sessuali prima del matrimonio erano "Peccato" e ne pagammo le conseguenze, quando nell'estrarre il preservativo, questo si ruppe, fù una gravidanza, molto travagliata fin da subito, le nostre famiglie ci imposero di sposarci per evitare il disonore, o perlomeno limitare i danni. poi a causa della mia giovane età dovetti rimanere a letto per buona parte della gravidanza.
Io e Enzo ci amavamo molto quindi anche se i dottori ci dissero che l'eventuale parto successivo non sarebbe stato così traumatico Enzo si sottopose ad una vasectomia.
Hanno ragione quando dicono che il matrimonio non và affrontato così alla leggera, specialmente da due ragazzi giovani come lo eravamo noi, avremmo dovuto conoscerci meglio, a questo serviva il fidanzamento cosa che io ed Enzo avevamo bruciato, io sapevo molto poco di lui e lui altrettanto, sapeva poco o nulla di me.
Dopo la nascita di Susanna mio marito continuò gli studi, vivevamo in un mini appartamento, quasi porta a porta con i miei suoceri e vicinissimi ai miei genitori dall'altra parte della strada.
Mi sembrava di essere in libertà vigilata, a turno venivo affiancata da mia suocera o da mia madre, quelle rare volte che uscivo con la bambina.
Guai se io o Enzo avessimo invitato dei nostri amici. Una frase ricorrente era "Le false compagnie corrompono le utili abitudini".
Facevamo sesso, una volta a settimana, anche se mio marito lo chiamava "fare l'amore". Decidete voi come chiamare un atto sessuale dove lui infilava il suo coso nella mia vagina, senza preliminari, a luci spente tassativamente in stile missionario, niente orale, niente nuove posizioni, (Solo le prostitute fanno i pompini...) di conseguenza, nessun uomo lecca la vagina dove la donna fà pipì. Dio, pensavo che mio marito fosse dotato sessualmente fino all'avvento di internet quando scoprii che esistevano cazzi molto più lunghi e grossi del suo, come facevo a comprendere cosa fosse un orgasmo se non ne avevo mai avuto uno? Arrivai perfino a pensare di essere frigida.
Con il lavoro di Enzo arrivò anche il distacco dalle nostre rispettive famiglie. Ero sempre stata molto più brava a scuola di mio marito quindi mi iscrissi ad una scuola serale non appena Susy crebbe ed iniziò le elementari. Venni assunta in una agenzia assicurativa subito dopo il diploma. Con due stipendi accendemmo un mutuo per una bella villetta a schiera.
Avevo 32 anni quando conobbi il diciassettenne Simone.
Quando iniziai a lavorare mi resi conto che alla stragrande maggioranza degli uomini non passavo inosservata, tutti cercavano di riempirmi di complimenti, facendomi sentire bella.
Le lusinghe nei miei confronti non hanno mai oltrepassato i miei sorrisi e il mio saluto, nessuno mi eccitava, mi facevano piacere ma si fermavano a quello confermando i miei sospetti di essere frigida. O forse qualcosa che mi venne inculcato dalla mia famiglia chiamata fedeltà e rispetto per il marito.
Simone era un ottimo ascoltatore, ero a mio agio potevamo parlare di tutto, mai un'osservazione fuori posto, mai un comportamento che potesse lasciar pensare a niente altro che a una gentilezza, insomma era un vero gentiluomo. Non ero l'unica a cui piaceva mio genero, anche ad Enzo piaceva molto era molto orgoglioso quando Simone si rivolgeva a lui come "Papà".
Susanna era al secondo anno di medicina, quando a Enzo diagnosticarono un tumore maligno allo stomaco. Volendo ardentemente che suo padre l'accompagnasse all'altare lei e Simone decisero di sposarsi.
Enzo resistette una settimana esatta dopo il matrimonio della figlia per morire, ma prima di esalare l'ultimo sospiro chiamò Simone al suo capezzale.
Ho saputo molti anni dopo che fece promettere a Simone che si sarebbe preso cura delle sue donne.
Dopo il funerale espletate tutte le pratiche di sepoltura, mia figlia tornò all'università.
Simone lavorava per l'impresa edile del padre era un tuttofare, muratore, elettricista, idraulico, piastrellista, perfino antennista, insomma sapeva dove mettere le mani ovunque in un cantiere, sapeva usare gru, escavatori e ruspe di ogni genere, era molto ricercato ed impegnato ma, malgrado tutto questo mi disse che se avessi avuto bisogno di qualunque cosa si sarebbe precipitato da me.
Per non lasciarmi sola, quando smetteva di lavorare veniva a farmi compagnia. Mio genero mi faceva ridere, mi portava fuori a cena, a volte da soli e a volte con mia figlia, che dopo la morte del padre tornava a casa settimanalmente. Poi vedendo che Simone si prendeva cura di me come un figlio si prenderebbe cura della madre, ritornava 2 volte al mese. Le sue gentilezze, la sua presenza costante al mio fianco, iniziarono ad affondare in me e per la prima volta in vita mia iniziai a provare sentimenti contrastanti, il tutto era stato scatenato da una scarica elettrica che aveva percorso tutto il mio corpo dopo che Simone mi aveva abbracciata, talmente forte che avevo sentito le gambe cedere, la cosa successiva che notai, era che avevo appoggiato la testa al suo petto e mi sentivo totalmente al sicuro come se con lui niente e nessuno potesse scalfirmi.
Ci rimasi quasi male quando ci staccammo.
Avevamo conversato milioni di volte seduti sul divano uno di fronte all'altra mentre adagiavo i palmi delle mie mani sui suoi, ma mai avevo avuto l'irrefrenabile desiderio di baciarlo fino a quel momento. Mi avvicinai a lui e lo baciai, non fù un semplice bacio a stampo sulle labbra ma un bacio carico di una passione che non credevo di possedere, sembrava che mi stessi pisciando addosso da quanto ero bagnata.
Nella mia testa sembrava capodanno con milioni di fuochi di artificio a forma di cuore. Per baciarlo con più passione gli salii in grembo, non lo avessi mai fatto, come il mio clitoride strusciò contro la sua erezione scoppiai nel più intenso e spaventoso orgasmo mai avuto, ricordo solo di avergli detto:
- Portami in camera Simone, e scopami...-
E altro che il cazzetto di Enzo, quello di Simone era lungo 21 cm e grosso entrò in me lentamente facendo in modo che le pareti vaginali si adattassero al suo palo di carne.
Lungo il tragitto ebbi un'altro orgasmo, mi sentivo piena con il cazzo di mio genero infilato dentro di me fino alla cervice uterina la stessa sensazione di pienezza che avevo provato quando partorii Susanna.
Poi ragazze mie, appena Simone iniziò il suo martellamento, era come se il mio corpo galleggiasse nello spazio infinito, ormai ero in una giostra di orgasmi infiniti che mi scombussolavano il cervello.
Credo ad un certo punto di totale estasi orgasmica di avergli urlato:
- SCOPAMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII CON IL TUOOOOOOOOOOOOOOOO MERAVIGLIOSOOOOOOOOOOOOOOOO CAZZOOOOOOOOOOOOOOOOO FINOOOOOOOOOOO A QUANDOOOOOOOOOOOOOOOOO NON MIIIIIIIIIII METTIIIIIIIIIIIII INCINTAAAAAAAAAAAAAAAAAAA...- Prima di perdere i sensi sentendo i suoi schizzi bollenti riempire la mia figa.
Facemmo l'AMORE per tutta la notte, questo era veramente la parola giusta. Alla mattina lo svegliai con un fantastico pompino ed ingoiai tutto senza perderne nemmeno una goccia. Mio genero mi disse che Enzo era stato molto fortunato ad avere una pompinara simile, rimase scioccato quando gli dissi che lui era il primo ed il solo a cui li avrei fatti, spiegandogli cosa ne pensava il mio defunto marito dissi ridendo:
- Solo le puttane succhiano il cazzo ad un uomo... Ora che sono la tua puttana non credo che mi fermerò presto...-
Dovemmo metterci entrambi in malattia quella mattina perchè come Simone mi vide agganciarmi le calze mi riportò nel letto, mi allargò le gambe ed iniziò a leccarmi la figa.
- COS.. COSAAAAAAA STAIIIIIIIIIIIIIII FACENDOOOOOO.... ODDIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.... FERMA-TIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII SONOOOOOOOOOO SPORCAAAAAAAAA...- Cercai di dire mentre un orgasmo mi colpì violentemente facendomi schizzare il mio succo di figa in faccia a mio genero.
Mi stava facendo impazzire di piacere inondai il materasso e feci la doccia a Simone come se stessi pisciando, stava stimolando con un dito il mio punto G e con la lingua il mio clitoride, stavo venendo di continuo, godendo come una pazza.
Saltai sopra di lui. Mi puntai il cazzo maestoso di Simone all'apertura e mi impali fino in fondo, il mio corpo tremava, aveva le convulsioni eppure non demordevo dal cavalcarlo al galoppo. Sentivo distintamente le vene del suo cazzo espandersi sapevo che era pronto ad iniettarmi il suo sperma incandescente nelle profondità della figa.
Cercai di resistere a non perdere i sensi, ma era troppo potente l'orgasmo che avrei avuto contemporaneamente a lui.
Mentre pensavo al piacere che stavo provando esplose come avevo previsto, il primo schizzo che colpì il mio utero innescò il mio orgasmo mandando in tilt il mio cervello che mi fece perdere nuovamente i sensi.
EPILOGO:
Sono trascorsi 30 anni da quel giorno, mi stò avvicinando alla soglia sei 70 non ho più la libido che avevo prima.
Fedele alla promessa fatta a Enzo, Simone si prese cura di me, di Susanna, dei nostri due figli Enzo e Marina e dei tre avuti da sua moglie. Mia figlia non ha mai detto nulla ne a me e nemmeno a suo marito, pur sapendo fin da subito dopo l'accaduto cosa facevamo. Si limitò a dire che se ero felice, anche lei sarebbe stata felice di condividere suo marito con me. Ai nostri figli è stata detta la verità non appena hanno raggiunto l'età giusta. Sono una bisnonna ed una nonna felice
Ricordo ancora con affetto le frasi che uscivano dalle labbra di Simone quando esplodeva dentro di me:
- Armanda, sei molto meglio di tua figlia...-
Forse dovuto al fatto che ancora adesso mi piace bere la sua sborra.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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